Perché è così difficile cambiare (anche quando vogliamo farlo)?

Hai mai deciso di cambiare qualcosa nella tua vita — un lavoro, una relazione, un’abitudine — e ti sei sentito bloccato, confuso o improvvisamente triste?
Ti sei chiest* “ma non dovrei essere content* di questa decisione?”
La verità è che il cambiamento, anche quando è positivo, ci mette alla prova. E non siamo strani: il nostro cervello è programmato per cercare stabilità, non rivoluzioni.

Oggi ti parlo della Fisher’s Personal Transition Curve, un modello usato in psicologia e coaching per descrivere le emozioni che viviamo durante un cambiamento personale.
Capirla ti aiuta a dare un nome a ciò che provi e, soprattutto, a non sentirti solo nel caos del cambiamento.

1. Ansia – “E adesso?”

Quando qualcosa cambia (o pensiamo di cambiare qualcosa), spesso il primo sentimento è ansia. Non sai cosa aspettarti.
Hai mille domande in testa:
“Ce la farò?”
“E se sbaglio?”
“Sto facendo la cosa giusta?”

Esempi:

  • Decidi di lasciare un lavoro che non ti piace più. Ti senti liber*, ma anche spaventat*.
  • Ti trasferisci in una nuova città. Emozionante, ma… dove si fa la spesa? A chi chiedo aiuto?

L’ansia non significa che hai sbagliato. È il cervello che si prepara a lasciare il noto per l’ignoto.

2. Felicità – “Ce l’ho fatta!”

Poi arriva un momento in cui ti senti euforic* o ottimista*.
Hai preso una decisione, ti sei moss*, ti sei liberat*.

Esempi:

  • Hai finalmente aperto il tuo profilo per lavorare da freelance. Ti senti pien* di energia.
  • Hai chiuso una relazione tossica e ti senti rinat*.
  • Hai iniziato la dieta o la palestra e ti guardi allo specchio con soddisfazione.

Questo picco di energia è importante, ma… spesso dura poco.

3. Paura – “E se non funziona?”

Dopo l’euforia, spesso arriva un crollo emotivo.
Realizzi che cambiare non è facile come pensavi.
Compaiono dubbi, ripensamenti, tensioni.

Esempi:

  • Sei al secondo mese di attività in proprio e non arrivano clienti.
  • Dopo esserti trasferit*, ti manca la tua vecchia routine.
  • Hai chiuso una relazione, ma ti senti sol*.

Qui molte persone mollano. Ma è una fase normale e superabile.

4. Minaccia – “Non sono all’altezza”

Questa è la fase in cui il cambiamento inizia a mettere in discussione chi siamo.
Ti senti vulnerabile, forse inadeguat*.
I pensieri si fanno più critici:
“Non so fare niente”
“Mi sono illus*”
“Era meglio prima”

Esempi:

  • Ti chiedi se lasciare quel lavoro sia stato un errore.
  • Ti sembra che tutti intorno a te abbiano capito come si fa, tranne te.
  • Ti senti fuori posto nella nuova città, nel nuovo ruolo, nella nuova identità.

È la fase più difficile, ma anche quella che prepara al vero cambiamento.

5. Colpa – “Ho deluso me stess* (o gli altri)”

Qui possono emergere rimorsi.
Ti accusi per le scelte fatte o per non essere “abbastanza”.
Oppure ti senti in colpa per chi hai lasciato indietro.

Esempi:

  • Senti di aver deluso la tua famiglia lasciando un lavoro stabile.
  • Ti dispiace per il tuo ex, anche se sapevi che la relazione non funzionava.
  • Ti accusi perché “non riesci a essere felice” nonostante il cambiamento.

Anche questa emozione ha un senso: ci aiuta a riflettere, a capire cosa conta davvero per noi.

6. Depressione – “Non so più chi sono”

Quando il senso di perdita diventa forte, possiamo sentirci svuotati, stanchi, disorientati.
Non è una depressione clinica, ma un momento di profonda tristezza e confusione.

Esempi:

  • Non hai più voglia di portare avanti il progetto per cui hai lottato.
  • Ti svegli senza entusiasmo.
  • Ti senti “in pausa”, senza direzione.

È il punto più basso della curva. Ma è anche il momento in cui qualcosa di nuovo può nascere.

7. Accettazione – “Ok, forse sto trovando un equilibrio”

Piano piano, cominci a sentirti più stabile.
Non hai ancora tutte le risposte, ma smetti di combattere contro ciò che è cambiato.
Inizi ad adattarti.

Esempi:

  • Hai creato una nuova routine dopo il trasloco.
  • Hai scoperto cosa funziona (e cosa no) nel tuo nuovo lavoro.
  • Hai capito cosa vuoi davvero in una relazione.

Non è un colpo di fulmine. È un ritorno a te, passo dopo passo.

8. Andare avanti – “Sono cambiat* e va bene così”

Alla fine, arrivi a una nuova normalità.
Ti senti più forte, più consapevole.
Non sei più la persona di prima, e va bene così.

Esempi:

  • Il nuovo lavoro inizia a darti soddisfazioni.
  • Ti senti bene nella tua pelle, anche senza il partner.
  • Hai fatto pace con il cambiamento e, forse, sei anche grato di averlo vissuto.

In conclusione: ogni cambiamento è un viaggio interiore

Non esiste cambiamento senza emozione.
Queste fasi non sono sempre lineari. A volte torni indietro, a volte ti fermi. Ma sapere che è normale fa tutta la differenza.

Se ti trovi nel mezzo di un cambiamento e ti senti confus*, ansios*, o senza direzione:
non significa che stai sbagliando. Significa solo che stai attraversando la curva.

Se hai bisogno di un supporto nel tuo cambiamento…

Lavoro come coach e counsellor con un approccio pratico, cognitivo ed empatico.
Insieme possiamo dare senso a quello che stai vivendo e trovare strumenti concreti per affrontarlo.

Scrivimi per una consulenza gratuita conoscitiva. A volte basta poco per rimettere in movimento l’energia giusta.

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