Responsabilità e Life Positions: come ci relazioniamo a noi stessi e agli altri

La responsabilità non è solo saper portare a termine un compito. Riguarda anche come ci prendiamo cura di noi stessicome viviamo le emozioniche peso ci assumiamo nelle relazioni. Alcune persone si sentono sempre responsabili di tutto e di tutti, altre si rifugiano in una forma di dipendenza, aspettandosi che qualcun altro le salvi. Spesso non è una scelta consapevole, ma una strategia che si è sviluppata molto presto nella vita.

Un modo utile per leggere queste dinamiche è attraverso il concetto delle Life Positions, le “posizioni di vita” che adottiamo rispetto a noi stessi e agli altri. Derivano dall’Analisi Transazionale, ma oggi sono usate anche in contesti di coaching e counseling per comprendere come ci relazioniamo e quanto spazio ci diamo e diamo agli altri nella relazione.

Le quattro Life Positions

Le Life Positions sono quattro. Non sono fisse, possiamo attraversarle tutte, ma di solito ce n’è una in cui ci riconosciamo di più, o che tendiamo ad assumere più spesso, specie nei momenti di difficoltà.

1. Io sono OK, Tu sei OK

È la posizione di equilibrio e rispetto reciproco. Siamo consapevoli del nostro valore, ma anche di quello degli altri. Non ci sentiamo né superiori né inferiori.

Esempio: S. sa di avere dei bisogni emotivi, li esprime senza paura, e riesce ad ascoltare anche quelli del partner. Quando c’è un conflitto, non cerca un colpevole, ma una soluzione.

Domanda: Come cambia il tuo modo di comunicare quando ti senti in uno spazio in cui valete entrambi?

2. Io sono Non OK, Tu sei OK

Qui c’è un senso di inferiorità o inadeguatezza. Ci si sente sempre “meno”: meno capace, meno importante, meno forte. Questo può generare dipendenza emotiva, ansia da prestazione o bisogno di approvazione.

Esempio: M. dice sempre sì, anche quando vorrebbe dire no. Ha paura di deludere o essere rifiutato. Tende a mettere l’altro sul piedistallo.

Domanda: In che relazioni senti di non avere lo stesso diritto dell’altro di occupare spazio?

3. Io sono OK, Tu non sei OK

Questa posizione non nasce da arroganza o superiorità, ma spesso da un vissuto precoce in cui l’altro (un genitore, un adulto, una figura di riferimento) non c’eranon ha funzionato, o non è stato affidabile. Chi assume questa posizione ha imparato, anche inconsapevolmente, a fare da sé, a non fidarsi, a diventare adulto troppo presto. Si prende molta responsabilità per gli altri, ma senza potersi appoggiare.

Esempio: L. ha sempre fatto da “genitore” nella sua famiglia. Da adulta, è quella che organizza tutto, gestisce tutto, regge emotivamente chi ha intorno. Ma si sente sola e sotto pressione. Fa fatica a fidarsi, a chiedere aiuto, e spesso pensa: “Se non lo faccio io, chi lo farà?”

Domanda: Quando è che hai imparato che per farcela dovevi cavartela da solə?

4. Io non sono OK, Tu non sei OK

È la posizione del disincanto, della chiusura, del “niente ha senso”. Chi si muove qui spesso ha vissuto fallimenti, trascuratezza, disillusione. Non si fida di sé, ma neppure degli altri. C’è una forma di disperazione silenziosa.

Esempio: E. cambia spesso lavoro e relazioni, convinta che tanto “nessuno capisce davvero” e che “non vale la pena investire in nulla”. Vive le cose con distacco, ma dentro prova un dolore che non sa come affrontare.

Domanda: In quali momenti della vita ti sei sentito così disconnessə da te stessə e dagli altri?

Come le Life Positions influenzano la responsabilità nelle relazioni

Le posizioni che assumiamo non sono fisse, ma tendono a manifestarsi più spesso in certi momenti o in particolari tipi di relazione. Ad esempio, potresti trovarti nella posizione “Io sono OK, Tu sei Non OK” in un contesto lavorativo in cui senti di dover difendere il tuo valore, ma in famiglia passare a “Io sono Non OK, Tu sei OK” se ti senti meno ascoltato o capito.

Questi modelli influenzano il modo in cui ci assumiamo la responsabilità nelle relazioni e nel quotidiano: se evitiamo la responsabilità, potremmo cadere nella posizione di vittima, mentre prenderla in modo eccessivo o rigido può portarci a essere ipercritici o controllanti.

Perché è importante riconoscere la propria Life Position

Conoscere le proprie Life Positions aiuta a:

• diventare più consapevoli delle dinamiche interiori ed esterne

• migliorare la comunicazione con gli altri

• scegliere come rispondere alle situazioni in modo più sano

• sviluppare una responsabilità autentica, che non sia né evitata né usata come arma

Life Positions e confini: come si intrecciano?

Le Life Positions influenzano profondamente come viviamo i confini nelle relazioni. Quando ci sentiamo “Non OK”, facciamo fatica a dire di no, ci adattiamo, ci annulliamo per essere accettati. Quando abbiamo imparato che “Tu non sei OK”, allora ci carichiamo di tutto, non ci fidiamo e decidiamo di fare tutto da soli, faticando a lasciar entrare l’altro.

Chi si sente “Non OK, Non OK” spesso rinuncia del tutto alla connessione. Mentre chi si muove su “Io sono OK, Tu sei OK” riesce a stabilire confini sani, fatti di cura, ascolto e differenziazione.

Se non impariamo a riconoscere queste dinamiche, rischiamo di confondere la responsabilità con il sacrificio, la cura con il controllo, l’intimità con la fusione.

In quale posizione ti riconosci più spesso?

Le Life Positions non sono etichette, ma mappe. Capire dove ti trovi è il primo passo per tornare a occupare il tuo spazio nella relazione, con più presenza, più respiro, più verità.

E se senti di voler esplorare questo tema più in profondità, puoi iniziare proprio da qui: da un confine, da un “no”, da un “non ce la faccio”, da un “ho bisogno”.

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