Perché ti perdi nelle relazioni? 

Perché ti perdi nelle relazioni? 

 Magari nella tua vita non è mai successo “niente di grave”.

Eppure ti ritrovi spesso in relazioni che ti consumano, ti svuotano, ti confondono.

Ti chiedi perché non riesci a farti rispettare, o perché ti sembra di essere sempre “troppo”.

Cerchi di spiegartelo, ma ti manca qualcosa.

La verità è che non serve un trauma eclatante per smarrire se stessə.

Basta imparare troppo presto che per essere amati bisogna adattarsi.

Non tutto il trauma è visibile

Quando si parla di trauma, molti pensano subito a eventi estremi: abusi, abbandoni, violenza.

Ma esistono anche i traumi relazionali, silenziosi e ripetuti.

Spesso accadono in una casa “normale”, con genitori “abbastanza buoni”, che hanno fatto del loro meglio, ma non sempre sono riusciti a esserci davvero.

E il bambino non lo sa. Non può sapere che i genitori sono umani, che la vita è complicata, e che a volte anche con le migliori intenzioni si può sbagliare.

Ma lo sente. E si adatta.

E così cresci senza un vero permesso di sentire, di dire, di esistere per come sei.

Non impari a riconoscere i tuoi limiti, perché sei impegnatə a non deludere, a non creare problemi, a restare “bravə”.

I bisogni del bambino (che non smettono di esistere quando cresci)

Ogni bambinə ha bisogno di alcune cose fondamentali per crescere sano:

Essere visto: non solo guardato, ma riconosciuto per com’è.

Essere accettato: anche con emozioni scomode, come rabbia o paura.

Essere protetto: sapere che c’è qualcuno che tiene lo spazio e i confini.

Essere libero di esplorare, senza sentirsi colpevole o responsabile degli altri.

Quando questi bisogni non vengono incontrati, accade qualcosa di invisibile ma potente:

il bambinə inizia ad adattarsi.

Si plasma per non perdere il legame.

E da adulto continuerà a farlo, anche quando non serve più.

Relazioni che ti lasciano vuotə

Ci sono relazioni in cui dai tutto. Ti impegni, ti adatti, cerchi di sistemare ogni cosa.

Provi a non disturbare, a essere comprensivə, a non chiedere troppo.

Eppure vieni comunque ignoratə, respintə o lasciatə.

E allora ti chiedi: “Cos’altro avrei dovuto fare?”

La verità è che forse non dovevi fare di più. Dovevi solo smettere di perderti.

E poi ci sono quelle relazioni che non riesci a chiudere. Anche quando sai che non ti fanno bene, resti.

Per paura di stare solə. Per senso di colpa. Per la speranza che prima o poi cambi.

E intanto perdi energia, dignità, direzione.

In entrambi i casi, ti ritrovi svuotatə. Come se il legame contasse più di te.

Come riconosci se hai vissuto questo tipo di trauma relazionale?

• Ti senti svuotatə dopo aver passato tempo con certe persone.

• Fai fatica a dire di no, anche quando ti stai facendo del male.

• Ti dici: “Non è niente”, ma dentro senti un nodo fisso.

• Hai paura che, se smetti di essere utile o comprensivə, ti lasceranno.

• Non riesci più a capire cosa vuoi davvero.

E il corpo parla. A volte con ansia. A volte con dolori cronici. A volte con stanchezza o un senso di stordimento.

Non è debolezza. È una richiesta di spazio, una chiamata ad ascoltarti davvero.

I confini non sono muri, ma radici

Molti credono che mettere un confine significhi chiudersi, diventare freddə.

In realtà, i confini ti permettono di restare in relazione senza perderti.

Un confine dice:

“Io ci sono, ma non a discapito di me.”

Mettere un confine è un atto di verità. È dire: questa sono io, questo sono io. Questo mi fa bene, questo no.

È da lì che può nascere un nuovo tipo di connessione, più reale, più reciproca.

Vuoi iniziare da una prima chiacchierata?

Ciao, sono Elena, dottoressa in psicologia, coach e counsellor certificata.

Il mio progetto si chiama SOS Boundaries e tratta temi come sensibilità, intensità e relazioni difficili.

Se vuoi capire meglio come posso aiutarti, puoi prenotare una call gratuita, senza impegno.

Uno spazio dove poter dire “mi sento persə” senza sentirti giudicatə.

A volte basta poco per iniziare a rimettere insieme i pezzi.

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