Oggi voglio esplorare cosa accade nelle relazioni quando una persona vive con confini molto aperti, sfumati, e fatica a dire di no.
Nonostante questo adattamento nasca come una strategia di sopravvivenza per compiacere l’altro, non sempre produce l’effetto desiderato. A volte salva il legame sul momento, ma altre volte lo logora. Non nel modo in cui questa strategia aveva intenzione di fare.
⸻
Il bersaglio dei comportamenti manipolatori
Chi non sa dire di no diventa spesso il bersaglio perfetto per chi mette in atto comportamenti manipolatori.
Perché? Perché dove non c’è resistenza, il potere può trasformarsi facilmente in controllo. E questo erode autonomia e fiducia.
Come lo vive chi non sa dire di no
• Prova la paura di deludere, la sensazione che rifiutare significhi perdere l’altro.
• Spesso si convince che assecondare sia l’unico modo per mantenere il legame.
Come lo percepisce l’altro
• Chi agisce in modo manipolatorio legge la mancanza di limiti come un via libera.
• Non sempre lo fa in modo consapevole: a volte è un’abitudine di controllo, altre volte una vera strategia di dominio.
Esempio
L., in coppia con M., non riesce mai a dire di no a richieste di disponibilità: spostare impegni, prestare soldi, cambiare programmi all’ultimo. M. inizia a chiedere sempre di più, senza mai incontrare una resistenza. Dopo mesi, L. si sente svuotata e priva di voce nella relazione.
⸻
La danza con gli evitanti
Chi non sa dire di no può iniziare una danza di inseguimento e fuga con chi ha confini evitanti.
All’inizio può esserci una forte attrazione: il sì costante dà all’evitante una sensazione di controllo. Ma presto diventa soffocante, e l’evitante scappa.
Come lo vive chi non sa dire di no
• Sente di rincorrere continuamente, senza mai raggiungere.
• Ogni volta che l’altro si allontana, aumenta la paura di perdere.
Come lo percepisce l’evitante
• All’inizio vive la relazione come rassicurante: tutto sembra sotto controllo.
• Poi inizia a sentirsi invaso, senza spazio. E la fuga diventa l’unica via di sollievo.
Esempio
P., con difficoltà a dire di no, si lega a R., che tende a mantenere le distanze. Nei primi mesi R. è attratta dalla disponibilità assoluta di P., ma dopo un po’ inizia a percepirla come pressione. Ogni volta che P. chiede più presenza, R. si ritrae ancora di più, e il rapporto diventa un inseguimento logorante.
⸻
Le relazioni di codipendenza
Chi non sa dire di no può perdersi in una relazione di codipendenza, spesso con chi porta paure complementari.
Da una parte c’è chi teme l’abbandono e non mette mai limiti, dall’altra chi si aggrappa a quei sì continui per sentirsi approvato.
Come lo vive chi non sa dire di no
• Sente di dover sacrificare sempre sé stesso per non perdere il legame.
• Vive con ansia ogni distanza come un rischio di rottura.
Come lo vive l’altro
• Si nutre di conferme, ricerca approvazione continua.
• I sì costanti diventano il carburante della propria sicurezza fragile.
Esempio
G. non riesce mai a dire di no alla compagna F., che chiede conferme e attenzioni costanti. Ogni volta che G. prova a prendere spazio, teme di perdere F., e quindi torna ad adattarsi. F., dall’altra parte, si aggrappa a ogni sì come a una prova d’amore. Entrambi vivono un legame intenso ma soffocante, una “sopravvivenza a due”.
⸻
Le difficoltà con chi ha confini sani
Chi non sa dire di no incontra difficoltà anche con chi ha confini sani.
All’inizio può essere percepito come accomodante, persino ammirato. Ma col tempo emergono sensazioni di squilibrio, di dover decidere sempre per due, persino di colpa: come se ci si stesse approfittando.
Come lo vive chi non sa dire di no
• Si sente apprezzato all’inizio, ma poi percepisce la distanza che cresce.
• Non capisce perché l’altro si allontani, e vive questo come un rifiuto.
Come lo percepisce chi ha confini sani
• All’inizio apprezza la disponibilità.
• Col tempo avverte mancanza di autenticità, diffidenza, e smette di fidarsi di quei sì mai messi in discussione.
Esempio
D., molto disponibile, entra in relazione con K., che ha confini stabili. Nei primi mesi K. apprezza la dolcezza e l’apertura di D. Ma quando si accorge che non riceve mai un no, inizia a sentirsi in squilibrio, come se stesse decidendo per entrambi. La relazione si logora fino a spegnersi.
⸻
Perché i confini contano
Chi ha confini fragili si ritrova spesso a non sentirsi bene nelle relazioni, a vivere squilibri, mancanza di autenticità o persino paura costante di perdere l’altro.
Lavoro sui confini perché, nonostante viviamo in una società che sembra sempre più individualista, la verità è che le relazioni restano la base del nostro benessere.
Non possiamo evitare di cadere, di fallire, di attraversare momenti di crisi, questa è la vita.
Ma quello che ci tiene vivi nei momenti di bisogno è il supporto sociale: sono le relazioni sicure a fare la differenza.
E senza relazioni sane, sarà molto difficile stare bene anche con noi stessi.