Quante volte hai pensato o sentito dire: “Non voglio essere come i miei genitori”?
È un pensiero comune, quasi una promessa che ci facciamo. Ma spesso resta lì, sospeso. Perché prendere le distanze non basta. Il rischio è quello di vivere in opposizione, senza mai scegliere davvero chi sei.
Rompere il ciclo non significa rifiutare il passato o fare l’opposto di ciò che hanno fatto loro. Significa affrontare quello che non hanno potuto affrontare.
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Fare quello che loro non hanno fatto
Se vuoi davvero trasformare la tua storia, devi prenderti il carico di ciò che è rimasto irrisolto.
• Sentire quello che loro hanno evitato di sentire.
• Dire quello che è rimasto silenziato.
• Elaborare e guarire ciò che è stato trasmesso, a volte senza parole ma nei comportamenti, nei silenzi, nelle paure.
Esempio: se un genitore non riusciva a mostrare rabbia, forse tocca a te riconoscere che la rabbia non è un mostro da nascondere, ma un’emozione umana che può proteggere e mettere confini.
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Il falso opposto
Molti credono che rompere il ciclo significhi diventare l’opposto dei propri genitori. Ma l’opposto è ancora una prigione: stai reagendo a loro, non scegliendo te.
Non rompi il ciclo diventando qualcun altro. Lo rompi scegliendo chi sei, anche quando questo non coincide né con loro né con il contrario di loro.
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Diventare più sé stessi
La vera trasformazione arriva quando ti concedi di essere più di quanto ti è stato permesso. Più autentico, più complesso, più vivo.
Il ciclo si spezza quando smetti di adattarti a quello che “si poteva” e inizi a darti ciò che ti è mancato: spazio, voce, libertà.
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Conclusione
Non basta dire: “Non voglio essere come i miei genitori.”
Se vuoi davvero cambiare, devi guardare in faccia ciò che loro hanno evitato. Devi sentire, nominare, integrare.
È un percorso che richiede coraggio, ma è anche la possibilità più grande che hai: diventare finalmente te stessə, senza catene invisibili.
Se senti che questo tema ti riguarda e vuoi esplorarlo con qualcuno che ti accompagni in sicurezza, possiamo farlo insieme. Ti propongo una prima chiacchierata gratuita per capire da dove iniziare.