Quando il trauma blocca la struttura

Molte persone vivono una vita con due livelli interni:

il livello della struttura, cioè il loro funzionamento naturale,

e il livello dell’interferenza, cioè quello che hanno dovuto diventare per sopravvivere nelle relazioni importanti.

Confondere questi due livelli è il punto in cui nasce la sofferenza.

Il trauma non crea il funzionamento.

Il trauma blocca il funzionamento.

Ed è proprio qui che iniziano i problemi reali.

La struttura: come funziona una mente che ha bisogno di significato

La struttura è la base.

È ciò che la persona è, prima del giudizio e delle ferite.

Alcuni funzionamenti cognitivi hanno caratteristiche molto precise:

– elaborano molte informazioni contemporaneamente;

– collegano idee e segnali tra loro;

– percepiscono sfumature relazionali che altri ignorano;

– hanno un bisogno costante di coerenza, direzione e significato;

– funzionano meglio quando la vita ha densità e senso;

– provano fatica autentica negli ambienti superficiali o ripetitivi.

Questa è la struttura.

Non è un sintomo.

Non è una reazione.

Non è un meccanismo di difesa.

È il modo di lavorare della mente.

Un esempio

Una persona con struttura complessa lavora in un ambiente molto rigido, basato su routine standard.

Dopo settimane inizia a perdere energia. Non per fragilità, ma perché il suo sistema richiede varietà, direzione, stimoli cognitivi.

Questa persona non “si annoia”: la sua mente non si regge in modalità ridotta.

Questa è la struttura in azione.

L’interferenza: ciò che il trauma ha costruito sopra quella struttura

Il trauma relazionale non cancella la struttura.

La copre.

La devia.

La mette in modalità sopravvivenza.

Il trauma è l’adattamento necessario in un contesto dove il funzionamento naturale non trovava spazio.

L’interferenza prende forma così:

– giudicarsi costantemente;

– trattare la propria intensità come un problema;

– ridursi per non disturbare;

– comprimersi per essere “accettabili”;

– provare senso di colpa per i propri bisogni;

– evitare la propria complessità;

– adattarsi agli altri in modo automatico;

– temere le proprie scelte perché nessuno le ha sostenute.

Il trauma è questo: una modifica forzata della struttura per evitare la perdita del legame.

Esempio

Una persona con una mente che richiede libertà progettuale cresce in una famiglia che privilegia stabilità e controllo.

Ogni desiderio di sperimentare, cambiare o creare viene letto come “instabilità”.

La persona impara a ridursi.

A scegliere la sicurezza degli altri.

A rinnegare il proprio ritmo interno.

Da adulta, interpreta la propria fatica come un difetto.

In realtà sta vivendo sotto interferenza.

Perché la vita fuori dagli standard non è trauma

Molte persone associano una vita intensa, varia, piena di significato a un “tentativo di fuga”.

Tecnicamente è il contrario.

Una struttura complessa vive meglio quando è allineata con:

– direzione personale;

– scelte coerenti;

– contesti ricchi;

– relazioni non superficiali;

– attività che richiedono profondità;

– spazi dove può pensare, creare, decidere.

Una vita fuori dagli standard, quando è coerente, non è trauma.

È struttura.

Esempio

Una persona che lascia una carriera rigida per un lavoro più dinamico non sta “scappando”.

Sta scegliendo un ambiente che sostiene il suo funzionamento cognitivo.

È un atto di salute, non di instabilità.

Dove nasce davvero la sofferenza

La sofferenza nasce nello spazio in cui struttura e interferenza si scontrano.

Succede quando:

– la mente vuole complessità, ma la storia insegna che esporsi è pericoloso;

– la persona ha bisogno di significato, ma la famiglia ha punito ogni bisogno;

– c’è desiderio di libertà, ma il corpo ricorda che non c’era nessun adulto sicuro;

– emerge una scelta coerente, ma subito arriva il senso di colpa ricevuto da piccoli.

La sofferenza non è il funzionamento.

È il conflitto interno tra funzionamento e adattamento.

Come si riconosce la differenza 

Struttura

Ti muovi verso ciò che ti dà direzione, densità e coerenza.

Il movimento nasce da dentro.

Interferenza

Ti fermi, ti giudichi o ti riduci perché temi la reazione degli altri.

Il blocco nasce dall’esterno interiorizzato.

Struttura

Idee, curiosità, progetti, connessioni.

Interferenza

Colpa, paura, autocensura, adattamento eccessivo.

Struttura

Energia quando la vita ha significato.

Interferenza

Stanchezza quando cerchi di essere “giusto”.

La frase chiave di tutto questo tema

Il trauma non costruisce chi sei.

Il trauma costruisce chi hai imparato a diventare per sopravvivere.

La struttura rimane sotto.

E quando inizia a emergere, spaventa te e spaventa gli altri.

Non perché sia pericolosa, ma perché non rientra in ciò che è stato etichettato come “normale”.

Se ti riconosci in questo conflitto interno

Non stai vivendo un problema di identità.

Stai vivendo l’impatto della tua storia sulla tua struttura.

La guarigione non è “ridursi per essere equilibrati”.

La guarigione è togliere l’interferenza, così che la struttura possa funzionare nella sua forma naturale.

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