Capire i pattern comportamentali e come spezzarli
Ti è mai capitato di ritrovarti sempre nelle stesse situazioni difficili? Magari attiri sempre lo stesso tipo di relazione tossica, finisci in lavori che ti fanno sentire frustrato o reagisci in modo impulsivo a certe situazioni, anche quando sai che non ti fa bene. Se ti riconosci in questa dinamica, sappi che non è un caso. Quello che stai sperimentando si chiama pattern comportamentale.
Che cos’è un pattern comportamentale?
Un pattern comportamentale è uno schema ripetitivo di pensieri, emozioni e azioni che mettiamo in atto, spesso in modo inconsapevole. È come un pilota automatico che ci guida nelle nostre scelte quotidiane.
Alcuni pattern possono essere positivi: per esempio, se hai imparato a gestire lo stress facendo sport, è probabile che continuerai a usare questa strategia in futuro. Ma ci sono anche pattern disfunzionali, cioè schemi che ci portano a ripetere errori, sofferenze o situazioni che ci fanno stare male.
Esempi di pattern disfunzionali
- Relazioni tossiche: una persona che da bambino ha dovuto “guadagnarsi” l’affetto dei genitori, potrebbe finire sempre in relazioni con partner emotivamente distanti, perché quel modello di amore gli è familiare.
- Paura del fallimento: chi è cresciuto con aspettative molto alte potrebbe evitare nuove sfide per paura di sbagliare.
- Autoboicottaggio lavorativo: una persona che ha ricevuto critiche costanti potrebbe inconsciamente sabotare ogni opportunità di successo, perché in fondo non si sente all’altezza.
Come si formano i pattern comportamentali?
Questi schemi hanno origini profonde: nascono nella nostra infanzia, quando il nostro cervello è ancora in fase di sviluppo e il mondo ci appare grande e spaventoso.
Immagina un bambino piccolo: è fragile, dipende dagli adulti per sopravvivere e fa tutto il possibile per adattarsi all’ambiente in cui vive. Se scopre che piangere gli porta attenzione e cure, potrebbe continuare a usare il “pianto” come strategia anche da adulto. Se, al contrario, capisce che esprimere le emozioni porta a punizioni o rifiuto, imparerà a reprimerle.
Queste strategie infantili, che servivano per sopravvivere in quel contesto, diventano i nostri pattern. Il problema è che quello che funzionava con i nostri genitori o nel nostro ambiente familiare non sempre funziona nel mondo adulto.
Perché ripetiamo le stesse situazioni dolorose?
Oltre alla ripetizione inconscia dei pattern, c’è un altro fenomeno psicologico interessante: la coazione a ripetere, concetto introdotto da Sigmund Freud. In parole semplici, tendiamo a rimetterci nelle stesse situazioni difficili con la speranza, questa volta, di uscirne vincitori.
Se da bambini ci siamo sentiti trascurati, potremmo inconsciamente cercare partner che ci fanno sentire allo stesso modo, nella speranza di “aggiustare” quella ferita e ottenere finalmente l’amore che ci è mancato. Questo però raramente funziona: senza consapevolezza, finiamo per soffrire ancora.
Come dice Carl Jung:
“Fino a quando l’inconscio non diventerà conscio, il subconscio guiderà la tua vita e tu lo chiamerai destino.”
Come si rompono i pattern comportamentali?
Rompere un pattern disfunzionale non è facile, perché spesso sono schemi automatici e profondamente radicati. Però è possibile, e il primo passo è la consapevolezza.
Ecco alcune strategie:
- Riconoscere il pattern: chiediti quali situazioni dolorose si ripetono nella tua vita e prova a vedere se c’è un filo conduttore.
- Capire l’origine: chiediti da dove nasce questo comportamento. Ha radici nella tua infanzia? Quale bisogno stava cercando di soddisfare?
- Sostituire il vecchio schema con uno nuovo: una volta identificato il pattern, puoi lavorare per sostituirlo con comportamenti più funzionali. Ad esempio, se tendi a evitare i conflitti perché da bambino ti facevano paura, puoi imparare a esprimere i tuoi bisogni in modo assertivo.
Perché l’aiuto di un counselor può fare la differenza?
Molte persone provano a cambiare da sole, ma senza strumenti adeguati rischiano di ricadere negli stessi schemi. Un counselor ti aiuta a:
- Riconoscere i tuoi pattern con domande mirate e un confronto neutrale.
- Comprendere la loro origine e come si sono formati nella tua storia.
- Sperimentare nuovi comportamenti in un ambiente sicuro.
- Costruire strategie personalizzate per affrontare le situazioni difficili in modo più sano.
Cosa rischi se non lavori sui tuoi pattern?
Se non prendi consapevolezza dei tuoi schemi disfunzionali, potresti continuare a ripetere gli stessi errori per anni, ritrovandoti sempre negli stessi problemi. Questo può portare a:
- Relazioni infelici o tossiche
- Bassa autostima e frustrazione
- Problemi lavorativi o economici
- Stati di ansia e stress cronico
Il cambiamento è possibile, ma richiede consapevolezza, impegno e, spesso, un aiuto esterno. Se senti di essere bloccato in schemi che ti fanno soffrire, il primo passo è chiedere supporto.